
Definire oggi cosa sia la famiglia è un compito abbastanza arduo, alla luce dei cambiamenti rapidi e continui che la coinvolgono e che originano una molteplice varietà di composizioni familiari.
Questo è un libro che uso spesso con le famiglie, soprattutto quando ci sono difficoltà nello spiegare ai bambini le diverse tipologie di famiglie che esistono. E’ un libro illustrato che spiega molto bene che a volte la famiglia non è composta solo da mamma, papà e figli ma al giorno d’oggi esistono tante tipologie di famiglie e l’unica cosa che le rende in realtà uguali l’una all’altra è il fatto che tutte siano allo stesso modo “uniche”.
La sua “magia” sta proprio qui: con poche illustrazioni e qualche parola riesce a proporre una definizione inclusiva che include la vasta gamma di costruzioni relazionali, affettive ed emotive che le persone che ne fanno parte riconoscono e chiamano “famiglia”.
E’ un libricino davvero bello, moderno, schietto, che riesce in poche pagine a buttar giù tabù e pregiudizi riguardo alle famiglie ricomposte, alle famiglie arcobaleno, alle famiglie separate, alle famiglie con bambini venuti al mondo grazie alla PMA, alle famiglie adottive, famiglie multietniche, etc…
Quelle famiglie che si allontanano dal modello unico, per non dire ideale, che le società occidentali avevano fissato principalmente attraverso i seguenti criteri: famiglia caucasica, nucleare, di classe media, eterosessuale, di religione ebraico cristiana, sposatasi una volta sola ( Carter e McGoldrik, 2004).
Proprio perché la società sta cambiando e nascono sempre nuovi tipi di unioni familiari, anche noi addetti ai lavori siamo chiamati ad accogliere questi cambiamenti e a studiare le nuove trasformazioni sociali a cui stiamo andando incontro. Oggigiorno, la grande proliferazione di composizioni familiari diverse e di configurazioni affettive informali vengono chiamate Famiglie Non Tradizionali o Famiglie Scelte. Questo perché, oggi, costruire una famiglia sta diventando sempre più il risultato di un processo decisionale personale o della futura coppia, piuttosto che il frutto di un’imposizione sociale, culturale e religiosa, come avveniva in passato.
Tant’è vero, che nel corso degli ultimi cinquant’anni, si è assistito ad un cambiamento profondo nel modo di fare famiglia, il quale si manifesta a vari livelli se consideriamo la dimensione di genere (omogenitorialità, trans- genitorialità), l’etnia ( coppie miste), la cultura (famiglie di migranti, famiglie adottive) e la ricomposizione delle coppie genitoriali ( famiglie ricomposte, post divorzio).
Di fronte a tali trasformazioni multiple, può risultare interessante cerca di comprendere come i ricercatori si siano avvicinati a queste nuove realtà.
I risultati delle ricerche in questo campo dimostrano che la diversità strutturale non rappresenta in sè un ostacolo all’ottenimento di un’organizzazione familiare funzionale, a patto che la diversità sia riconosciuta. Così, il benessere del bambino diverrebbe riflesso della qualità dei processi e delle dinamiche della famiglia, piuttosto che della sua struttura.
Sembra, quindi, che qualunque sia la struttura, quello che conta all’interno di ogni famiglia, sono le relazioni che si costruiscono tra i vari membri attraverso la comunicazione quotidiana, la definizione dei ruoli e dei confini come pure le rappresentazioni e i significati associati.
Le relazioni positive fondate sul sostegno, sulla protezione e sulle cure, favoriscono un più alto grado di individuazione e di benessere di tutti i membri della famiglia, indipendentemente dalla sua struttura. Le ricerche dimostrano che i processi familiari influiscono maggiormente sullo sviluppo dei figli rispetto alla struttura e al tipo di famiglia”
Ruggeri (2005)
BIBLIOGRAFIA
In Famiglia!, di Alexandra Maxeiner e Anke Kuhl, Settenove Edizioni
Le nuove famiglie. Teoria, ricerche e interventi clinici, a cura di S. D’Amore, Franco Angeli Editore