
Ma quanto è difficile essere madre in questa società?
Per essere una buona madre devi essere felice di esserlo e se ti senti oppressa dalla responsabilità del ruolo materno allora non sei una buona madre.
E se tuo figlio fa i capricci, o reclama attenzioni, o urla al parco e al ristorante allora no, non sei una buona madre.
E se nel cuore della notte esci di casa, come una prigioniera in fuga, lasciando tuo figlio solo nel suo letto mentre dorme, non solo non sei una buona madre, sei un anche un mostro.
“Come posso tenere al sicuro il mio bambino e continuare a proteggere me stessa?”
“Lei non poteva permettersi nessun errore, nessuno strappo alle regole. Loro due dovevano starsene buoni e zitti, dimostrarsi impeccabili, non offrire alcun pretesto alla società. Rischiavano in ogni momento di essere etichettati come famiglia problematica. Erano fuori norma, erano fragili, erano sospetti.”
Questa è la storia, che mi ha completamente rapita, di una mamma e un bambino. Non hanno nomi, sono due ruoli, due simboli della società.
La mamma è stanca, sola, disperata, giudicata e condannata dai familiari, dalle istituzioni, dalla società e da se stessa.
Il compagno l’ha lasciata, forse tornerà o forse no, l’unica certezza è che ha tenuto le chiavi di casa, e non ha più contribuito neanche alle spese.
Quanto divario c’è tra l’essere madre e l’essere donna? E quanti sensi di colpa deve vivere una madre, sentendosi perennemente inadeguata al ruolo impegnativo e complesso che la società attribuisce ad essa?
Un libro che si legge in poco tempo, che ti catapulta nella vita di questa donna, ti affanna e ti porta in un certo senso in prigione, nella sua prigionia, una donna ostaggio della maternità.
No, non è una donna matta, una fuori di testa, una madre cattiva.
È una donna che lotta contro lo stereotipo della madre perfetta ed ha a che fare con i danni che esso provoca nelle ipotetiche mamme “imperfette” e ancor di più in quelle “perfette”.
Un libro scorrevole che ti tiene con il fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Era da tempo che non mi appassionavo così ad una lettura.