Adulti si diventa. Regressione come ripartenza.
Di questo processo emotivo e relazionale parla uno dei maestri più carismatici della Psicoterapia Relazionale, Alfredo Canevaro.
I cormorani sono uccelli marini che prima di abbandonare il nido regrediscono a comportamenti appresi nelle prime ore di vita: pigolano, dondolano fino a spiccare poi il volo. Un passo indietro per farne due in avanti, in una sorta di regressione finalizzata al progresso.
Il cormorano, come l’uomo, aspira a diventare un essere indipendente, autonomo, e questo riesce a farlo solo dopo cinque salti/passi all’indietro. Dopo ogni salto, l’uccello marino regredisce a modi di agire più “infantili”, meno “organizzati”, per poi continuare fino a diventare “adulto”. Non sono salti facili: gli zoologi spiegano come durante questo “percorso”, il cormorano si trovi ad essere senza territorio e senza cielo, come un vagabondo, senza la possibilità di appoggi sicuri. Questo lo porta a ritornare a cercare cibo dai suoi genitori, una regressione che dura per alcuni giorni, fino a scomparire.
La metafora del volo del cormorano è commovente e Canevaro spiega bene questo percorso in cui possiamo, ognuno di noi come figlio ma anche come genitore, rispecchiarci.
Personalmente questo movimento non riesco a vederlo solo nel periodo dello svincolo, come viene chiamato in psicologia quel momento in cui un giovane appunto spicca il volo dalla famiglia, ma quanti invece di questi momenti attraversiamo nella nostra vita ?
Ogni volta che dobbiamo affrontare qualcosa di nuovo: andare a vivere da soli o in coppia, un nuovo lavoro, un cambio di città, una gravidanza, quando ci sentiamo affranti e preoccupati per qualcosa che dobbiamo affrontare …
Insomma ogni qual volta ci sentiamo fragili perché essere così severi con se stessi ? “devo fare tutto da solo”, “devo essere perfetta” e non permettersi invece di regredire un po’ andando a cercare rassicurazione e conforto nell’altro, che sia un genitore, un fratello, una sorella, una compagna /o, un amico.
Così, per poi ripartire, più sicuri e più adulti di prima.
“Regredire” per poi ripartire.